Cosa sono io?
La mia stessa ansia e la mia stessa paura.
Il paranoico dittongo che accompagna suoni scavati via dal profondo non ha più parole; perchè la parola non ha importanza e le sensazioni si trasmettono attraverso vibrazioni appena percepite.
L’attimo non ha più valore quando si è sordi urlanti. Essi vocalizzano il disagio, liscando nel frattempo la pelle del serpente, mancandone il significato e decostruendone la realtà circostante.
Oggi sono sveglio ma l’orrore è simile al sonno più profondo: i pensieri si attorcigliano sulla punta dell’ago. E la pioggia battente – là fuori – non riesce a portar via i mostri nella mia testa.
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