Il mio subspace è uno stato transitorio dettato da leggi sonore.
Ritmi in progressione dinamica ricomposti in substrati psichedelici; agglomerati musicali di tensione elettronica.
Fasci a luce laser che si dipanano dalla mente liquefacendo ogni stato cognitivo.
Galleggio, sovraesposto al martello sintetico, propagandomi in onde costanti.
Altezza, ricaduta, velocità, ritmo.
Questo è il mio subspace.
E non è necessariamente obbligatorio tu lo capisca.
Lasciatemi navigare nella mia trance di piacere e dolore.
Un freddo ologramma d’umano scartato.