“Il grido della carne è: non aver fame, non aver sete, non aver freddo. Colui che abbia soddisfatto questi bisogni, o che si aspetti di poterli soddisfare, può gareggiare in felicità anche con Zeus. (Epicuro)”
Ogni istante di vita vissuto nel tentativo di esorcizzare il dolore, iniettando anestetici e principi attivi di superficialità.
Trattenendo nel profondo, dove la luce non riscalda e tutte le lampadine sono bruciate da tempo, la bestia e la sua furia cieca.
Udire l’eco di versi rauchi ed d’unghie scavare sentimenti rugginosi, oramai fossili di se stessi. Mando giù un altro sorso.
Perpetuamente Loggin out, senza chiave d’accesso. E gli istanti non criptati sono sempre più radi.
Toccarmi e scivolare sull’involucro di plastica. Una lenta morte di plastica.
Ho abbandonato me stesso a margine della strada, chiuso [ben legato] dentro un sacchetto di cellophane dopo aver svuotato il carrello della spesa.
Altri soldi buttati alla ricerca del miglioramento… ehi, non ti prendono più neanche in saldo. Smile, faccine di merda prive di significato.
Un altro bicchiere mezzo vuoto. Svuotato in fretta. Sete che cresce. Disarmonica. Iridi contratte e pupille invisibili.
Mi spoglio. La vasca attende come fauci apparse da piastrelle bianco/rosa. Immersione. E’ acido ciò che voglio per me.
Verde acido di natura metallica ad ossidare carne e dissolvere organi e sentimenti. L’esecrazione dell’Io in una lenta danza macabra in trance da me, in trance dal mondo. Scollegato senza possibiltà di ricablaggio.
Io sono razionalità, computazione e gelo. Ma la mia Sete non s’arresta.
©2005-2008 ~Baelberith