L’ORA PIU’ SCURA è quel momento nel quale ti trovi di fronte alla morte e non c’è dialogo ma solo attesa.
L’inesplicabile è un ammasso di materia supermassiccia dal quale non c’è via di scampo e nessuna luce irradiata nel fondo.
Solo abitanti incatenati; demoni urlanti che trascinano il carro dei mietitori per non esserne essi stessi mietuti.
E se la sopravvivenza non è tollerata per gli inetti probabilmente è solo giusta condanna.
Targhe metalliche asportate dal legno vergato di venature sono spartiacque tra la presenza e l’assenza. Nel mentre fiamme azzurognole lambiscono carne ed ossa prima che il processo di decomposizione blocchi qualsiasi ricambio cellulare.
In tutto ciò persiste il silenzio e la percussione che esso stesso si trascina amplificandone l’effetto.
L’intero vissuto svanisce nell’estasi salina e corrosiva, scardinando visioni e richiamando un pallido sole lungo la distesa bianco latte.
Poco dopo, in breve tempo, quest’ultima stella straziata s’allontanerà senza indugio rincorrendo il suo azimuth.
Un commento su “Percussioni”
dèi, che brividi intimi…