All’interno della mia testa, avviluppato al cervello pensante, scorre bavoso il Verme del Difetto.
Protrae lamentoso la sua efficacie lattiginosa strategia demolendo sicurezze e dilaniando parti di autostima, nutrendosene come cibo per il parassita. Sono solo lampi temporanei gli antidoti sociali iniettati senza soluzione di continuità. Impercettibili refrain e ripetizioni private dell’assertiva capacità di ri-sollevamento: disfunzioni psico-fisiche come motore dell’impotenza umana. Resilienza percepita, ma già caduta ancor prima della battaglia, è il falso simulacro che nasconde pigrizia ed ignavia dell’apparato emotivo. Mentre passeggio sulla superficie di pianeti deserti o morenti ricoperti di cadaveri e feretri d’ossidiana
[ne resto obnubilato da fumi sulfurei e parafrasi di orizzonti cognitivi spezzati nei millenni del proprio IO-microcosmo
[ne vedo la rovina ed il cambiamento della marcescenza
[ne avverto il peso atomico dentro il petto
Disumanizzato dalle viscere all’epidermide.
L’ESsere alieno atterrato tra Umani Lastricati d’Emozioni arretrate; simbologia primordiale esistente del difetto materiale.
Avanzando contratto tra bagliori rossi, nell’oscurità della carne opacizzata, sono tentacolari corpi umano-simbiotici dalle plastiche rifrangenti i neon della megalopoli che si muovono sinuosi nel vapore psicotropo. Modelli d’intelligenza che spingono all’esterno il lato oscuro dell’emotività; quasi a volersene liberare, quasi a volersi ribellare.
Ma è il corpo ciò che soccombe.
Ma è la vita ciò che recede.
sei tu l’umano del quale ho il controllo?
sei tu l’imbelle entro il quale posso proliferare assurgendo ad unica tua dimensione?
All’interno della mia testa, avviluppato al cervello pensante, scorre bavoso il Verme del Difetto.
All’interno della mia testa, avviluppato al cervello pensante, scorre bavoso il Verme del Difetto.
All’interno della mia testa, avviluppato al cervello pensante, scorre bavoso il Verme del Difetto.
Mantra che sopravvive tra gli emisferi al ritmo di battiti elettronici.
Progressioni encefaliche prive di destinazione in menti senza foro d’uscita.