ὄνειρος (sogno)
Il tempo è fluito rapido, incrementando la velocità, subendone la fascinazione gravitazionale.
M’allontano sempre più da immagini e ricordi. Il bambino mai cresciuto che vaga nei meandri scostando la polvere.
Inerte su se stesso.
Riprendo sensazioni a sprazzi. Rivivo interruzioni momentanee. Riscoprendo il peso della perdita.
Non tutto s’è sbloccato nel soffocare di fotogrammi giornalieri a cinema muto.
Nel frattempo le iterazioni sono evolute sovrapponendosi a se stesse.
La realtà nel tesseratto cerca il divincolarsi tra le pareti del tangibile, anelando l’immaginario.
E’ una frizione continua, un perpetuo sfregare di metallo ricreatosi in scintille di luce.
E’ un mondo che acceca senza rilasciare ormai più energia.
Le celle termonucleari appaiono avvizzite in una Černobyl’ inorganica.
Tutto assimilato in cellule protoformi basculanti in siero di melassa.
Nel mentre il tempo è trascorso e con parole prive di significato.
I ricordi appassiscono nell’accelerazione degli eventi, un orizzonte che tutto brucia e tutto riflette.
In cammino sotto alberi ombrosi ponendo domande all’onirico che non ottengono risposta.
Una statua di ceralacca che mi ignora voltandomi le spalle.
Perché te ne sei andato?
E_non_vi_è_più_risposta.