Il mio nome è Lucien, figlio di Marie-Claire e Philippe Picard. Sono nato alle prime luci dell’alba del 18 novembre 1767 vicino al parco di Bercy, a sud di Parigi, nel 12° arrondissement.
La mia famiglia non era ricca.
Mio padre non era uomo d’affari. Alla ricchezza preferiva la cultura – mi trasmise questa passione – lavorava in biblioteca. Da quelle finestre, ricordo, si vedeva il sole tramontare poco sopra la Senna.
Mia madre visse in casa accudendo me e mio fratello Jean-Luc, nato nel 1771. Contrariamente a me, mio fratello fu sempre un irresponsabile. Sua la colpa se dovetti imparare a difendermi da solo, nel corpo a corpo, più spesso utilizzando l’arte della persuasione e dell’inganno.
** Sua la colpa se adesso sono quel che sono, per mia volontà **
Sua la colpa della morte della mamma, nel 1790 tra le urla della gente inferocita.
Mio padre mi lasciò sei anni dopo, nel 1796 ormai straziato da un dolore inguaribile.
In quel periodo la ‘ville lumiere’ stava spegnendosi soffocata in un afflato di odio e rabbia; la sua vivacità, il suo fascino, tutto appariva velato da gocce nere. Decisi di andarmene al di là del mare.
Albione, patria nuova.
Ancora adesso ripenso al passato.
Disprezzando la gente _tutta_ che cammina alla luce del sole – lo stesso sole che da bimbo osservavo tramontare poco sopra la Senna -.
Disprezzando quel che ero prima del 24 aprile 1801. Ricordo vivida quella notte londinese: festeggiavamo San Giorgio, festeggiavamo l’uccisione del drago.
Ed un drago mi baciò.
Sono Lucien Picard e, contrariamente al mio nome, vivo nel dolce abbraccio della notte.