Ci sono battaglie perse in partenza, vittorie solo sulla carta e nella mente del condottiero. Piani elaborati di pedine sacrificabili risultanti da simulazioni deficitarie delle variabili uomo.
Ci sono lupi che disconoscono il branco, animali mansueti all’apparenza. Intenti a nascondere il lato più sporco mentre passeggiano nel buio con calma feroce. Trasportati dalla rabbia nucleare.
Ci sono finestre tempo-spazio fissate su singolarità inamovibili. Profondi buchi neri abitati dalle carcasse dei titani dai quali emana energia sinistra, decomposta, priva di forma. Parassitaria nella sua collettività.
C’è il sangue che ribolle. Il gonfiarsi delle vene durante l’urlo nato dal disagio, dall’impotenza del fare.
C’è il grido in lontananza. Eco della battaglia persa d’un lupo solitario in un cimitero di giganti.
Riaccendi il tuo sguardo vuoto.
‘Ho scoperto che la mia rabbia può smuovere i pianeti’